CfP: Il Pensiero economico italiano “Il ruolo della manualistica universitaria: il caso delle discipline economiche nel Novecento”

Il passaggio all’insegnamento universitario, e la conseguente preparazione di testi e manuali per gli studenti, è sempre stato un passo cruciale nella definizione della pratica scientifica di una disciplina, cioè la costruzione della scienza normale. Attraverso i manuali universitari la comunità degli studiosi sceglie quali contenuti accettare come consolidati e quali metodi di indagine adoperare. D’altra parte, anche la manualistica risente delle trasformazioni della disciplina e le certifica in maniera autorevole.
Venti anni fa si concludeva la ricerca sulla manualistica economica nell’Italia liberale guidata da Massimo Augello e Marco Guidi. Le ricerche sarebbe poi state pubblicate nei tre volumi della L’economia divulgata (Milano, FrancoAngeli), nei quali veniva ricostruita la formazione dell’economia politica come disciplina codificata e insegnata nelle sedi universitarie nell’Ottocento. I contributi si fermavano al 1919, anno della pubblicazione del Trattato di economia politica di Ulisse Gobbi. Nel corso dell’Ottocento la scienza economica si è prima affermata e poi è stata investita dalla cosiddetta rivoluzione marginalista. Anche i numerosi manuali universitari prodotti hanno dato conto nella loro varietà di questo complicato processo di trasformazione. Senza alcuna pretesa di raggiungere una copertura completa dell’argomento, si tratta ora di ampliare l’orizzonte temporale e dare uno sguardo a quello che è accaduto nel Novecento, almeno fino agli anni Ottanta quando si è affermata una specie di standardizzazione dell’insegnamento dell’economia anche in Italia, sulla scia della manualistica americana che è emersa come punto di riferimento scelto dai professori universitari anche nella didattica.
Il Novecento ha visto numerosi cambiamenti nell’economia politica che si sono riflessi nella manualistica universitaria, che qualche volte ha svolto anche il ruolo di apripista. Si è trattato di una manualistica ampiamente pluralistica e per così dire artigianale. Quasi tutti gli economisti hanno prodotto i loro manuali, anche in più edizioni, iniziando spesso dalla raccolta degli appunti delle loro lezione da parte degli studenti. Risulta interessante allora esplorare questa dimensione divulgativa del discorso economico per capire quali sono state le principali linee di direzione, se si siano formate delle scuole, se si possano, come è naturale, individuare significative fratture in un percorso evolutivo che ha coinvolto almeno due generazioni di economisti. Nel corso del Novecento la scienza economica si è ampliata e consolidata, e anche i libri di testo sono aumentati in maniera considerevole. Nel frattempo il discorso economico si è specializzato in ambiti ben distinti. Solo a titolo esemplificativo possiamo indicare la microeconomia, la macroeconomia, la scienza delle finanze, la storia del pensiero economico e la storia economica. Si tratta di cominciare ad esplorare le vicende di questa ricchissima manualistica, la cui notevole varietà abbastanza improvvisamente si è spenta negli anni Ottanta per ragioni che meritano di essere esplorate.
A venti anni di distanza dalla conclusione dei lavori della prima ricerca, Il Pensiero economico italiano ha deciso di affidare a Mario Pomini la cura di una numero monografico dedicato a questi temi.
Molte sono le possibili linee di ricerca. Fra queste, ci limitiamo a segnalare sono:

  • I manuali universitari degli allievi di Pareto: un universo diversificato
  • I manuali di economia di fronte al corporativismo
  • Il passaggio dall’economia politica alla microeconomia
  • La macroeconomia keynesiana nei manuali universitari
  • La manualistica della scienza delle finanze: economia e potere politico
  • I manuali di storia del pensiero economico: legittimazione o interpretazione?
  • La storia economica in un paese storicamente arretrato economicamente
  • La dinamica economica nei manuali universitari: solo teoria della crescita?
  • Gli economisti italiani e la manualistica: Graziani, Napoleoni, Caffè e gli altri
  • I luoghi dell’insegnamento dell’economia politica e la diversa tipologia dei manuali
  • Le ragioni del declino della tradizione italiana nella manualistica universitaria
  • I temi controversi. Ad esempio: perché la teoria dei giochi è arrivata così tardi nei manuali italiani?
  • Esiste uno stile specifico della manualistica italiana (per esempio l’interesse per le teorie economiche passate).

La scadenza per la presentazione dei testi completi è il 31 agosto 2025. Lingue dei contributi: inglese, italiano. Per qualunque informazione
fabrizio.bientinesi@unipi.it; mario.pomini@unipd.it.