L’Associazione Italiana per la Ricerca in Storia Economica (ARiSE) ha recentemente sottoscritto un documento congiunto, insieme a numerose altre Società scientifiche italiane, per esprimere la propria preoccupazione riguardo alle politiche del governo che stanno incidendo profondamente sull’università e sulla ricerca pubblica.
Negli ultimi mesi, sono state introdotte misure che comprendono significative riduzioni del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) per il 2024 e modifiche alle modalità di reclutamento di giovani ricercatori e docenti universitari, con conseguenze potenzialmente dannose per la qualità della ricerca e dell’insegnamento. L’adozione di posizioni pre-ruolo con tutele limitate, il congelamento di contratti di ricerca più stabili e l’introduzione di figure esterne come i “professori aggiunti” sono solo alcuni degli elementi che sollevano dubbi sul futuro della docenza e della ricerca in Italia.
Le riforme in corso, combinate con l’assenza di adeguati stanziamenti per far fronte ai nuovi costi, rischiano di peggiorare le disparità tra atenei maggiori e quelli “periferici”, aggravando una situazione già critica per il sistema universitario italiano, che vede l’Italia agli ultimi posti in Europa per numero di laureati e fondi destinati alla ricerca.
Sempre più Società scientifiche stanno aderendo a questa iniziativa, e invitiamo i nostri soci a diffondere il documento e contribuire a far conoscere queste importanti questioni.
ARiSE si unisce al coro di voci che chiedono una revisione di queste politiche e un aumento delle risorse per l’università e la ricerca, soprattutto in vista della Legge di Bilancio 2025. È fondamentale che vengano messe in campo misure che consentano di mantenere alta la qualità dell’istruzione superiore e della ricerca, e di attrarre e trattenere giovani ricercatori e docenti di talento.

