Adeguamenti ISTAT agli Stipendi del Personale Docente Universitario

Uno degli aspetti cruciali nella gestione del personale docente nelle università è l’adeguamento degli stipendi in base all’inflazione. Per le categorie di Ricercatori a Tempo Determinato (RTD), Ricercatori a Tempo Indeterminato (RTI), Professori Associati (PA) e Professori Ordinari (PO), gli stipendi sono adeguati annualmente seguendo l’inflazione, come misurato dall’ISTAT per i dipendenti pubblici dell’anno precedente. Questo adeguamento è strettamente legato ai rinnovi del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).

Tuttavia, il ritardo nel rinnovo del CCNL per il periodo 2019/21 ha comportato una perdita significativa di stipendio per il personale accademico negli ultimi tre anni. Come si evince dalla tabella allegata, la perdita ammonta a una cifra equivalente a più di un mese di stipendio: dai 3/4 mila euro lordi per i RTD, ai 7/12 mila euro per i PO.

Gli aumenti del CCNL 2019/21, iniziati a partire dal 10 maggio 2022, non si sono ancora concretizzati negli Adeguamenti ISTAT e ciò si rifletterà solo a partire dal 2023. Se i CCNL pubblici venissero rinnovati nel 2024/25 con le stesse cifre, dal 2026, il personale accademico rischia di perdere almeno 4.000

€ annui lordi per i livelli iniziali RTD e RTI, 5.000 € per i PA e 8.000 € per i PO. Questo corrisponde a più di un mese di retribuzione annuale per ogni categoria.

La situazione diventa ancora più evidente se si analizza la tabella degli stipendi per PA e PO. Anche considerando gli Adeguamenti ISTAT in arrivo dai contratti precedenti, c’è una differenza significativa tra lo stipendio che dovrebbe essere erogato, secondo le risorse stanziate dal 1° gennaio 2025 o 2026, e quello che sarebbe stato dovuto con un adeguamento che seguisse semplicemente l’inflazione, esclusi i costi energetici.

Questa situazione sottolinea l’importanza di un adeguato riconoscimento e valorizzazione del lavoro svolto dal personale docente nelle università, una questione centrale per il futuro dell’istruzione superiore e della ricerca in Italia.

Fonte: Flc Cgil, 8 novembre 2023 via Universitas Trends.

Legenda * ** *** **** per la tabella

  • * Dato presunto al 6% (il più favorevole), in relazione ai rinnovi dei CCNL pubblici 2019/21, diversi per settore e ancora in corso (parte dirigenza), difficile da calcolare nella loro combinazione complessiva e distribuzione annua.
  • ** Importo complessivo dell’Adeguamento Istat non ottenuto nel 2020, 2021 e 2022, sulla base degli aumenti progressivi dei CCNL 2019/21 firmati o in corso di rinnovo (0,85% dal 1.1.2019, 1,57% dal 1.1.2020, 3,78% più altre indennità dal 1.1.2021, diverse tra settori, per un importo totale intorno al 6%, come prima ricordato).
  • *** Per il calcolo si è usato l’IPCA depurato: 6,6% per il 2022, 6,6% per il 2023 e la previsione del 2,9% per il 2024.
  • **** Adeguamento ISTAT prevedibile dal 2025/26, se si rinnovassero i Ccnl pubblici 2022/24 entro il 2024, con aumenti al 5,78%, secondo quanto previsto dalla Legge bilancio 2024