
Questo libro è uno studio di ampio respiro sul credito nell’America del XIX e XX secolo. Sintetizzando e ripercorrendo la storia economica e sociale, l’Autore esamina il modo in cui le questioni legate alla fiducia hanno unito l’economia degli Stati Uniti moderni. Nel caso del credito, la fiducia comporta l’impegno dei debitori a restituire il denaro preso in prestito dai prestatori. Ogni promessa pone una domanda fondamentale: perché il prestatore si fida del prestatario? Il libro segue il drammatico passaggio dai giudizi qualitativi personali alle misurazioni quantitative impersonali dei punteggi e dei rating di credito, che rendono possibile la concessione di prestiti su scala molto più ampia. Si analizza come i prestiti siano modellati dall’ombra del fallimento e dalla possibilità che i mutuatari non mantengano le loro promesse e non riescano a ripagare i loro debiti. Rivela come i mercati del credito siano stati plasmati dalle politiche pubbliche, dai cambiamenti normativi e da vari fattori politici. E, cosa fondamentale, spiega come il credito interagisca con la disuguaglianza economica, contribuendo a creare vaste e durature differenze razziali e di genere, che sono solo esacerbate dall’uso diffuso dei punteggi e dei rating di credito per i “big data” e il processo decisionale algoritmico. Facendo rivivere il complicato e astratto terreno di interazione umana che chiamiamo economia, il volume è un importante studio del groviglio di debiti che, nel bene e nel male, modella e definisce le vite americane. Si veda il sito dell’editore Princeton University Press.
