CfP: La valeur des vivants dans l’Occident médiéval (Ve-XVe siècle) (deadline 15 settembre 2023)


Il CRAHAM organizza venerdì 19 aprile 2024 una giornata di studio sul tema del valore dell’abitare nell’occidente medievale dal V al XV secolo, con cui propone una riflessione sui valori concessi agli esseri viventi nell’occidente medievale dal V al XV secolo. Per questo ci rivolgiamo a tutte le discipline delle scienze umane e sociali.

Presentazione

Secondo la sociologa Nathalie Heinich, le persone e gli animali sono tra le categorie a cui si può attribuire valore. Il valore dei vivi può essere prima di tutto economico. Il wergeld (letteralmente il “prezzo dell’uomo”) obbliga il colpevole a pagare un risarcimento in base al reato commesso. Questa previsione giuridica testimonia il valore attribuito all’essere umano, uomo o donna, nell’ambito di società in cui i legami familiari e il peso dell’onore pongono il rischio di vendette private. Anche qui i prigionieri hanno un valore di mercato, che varia a seconda dell’età, del sesso o della condizione sociale.

Nella cronaca anglosassone, Cyfeiliog, vescovo di Archenfield, fu catturato dai vichinghi durante un’incursione in Galles nel 914 e riscattato per £ 40 dal re Edoardo il Vecchio. Tuttavia, molto spesso (soprattutto nei periodi più antichi), il valore monetario (qui, il prezzo di riscatto del prigioniero) non è noto o si basa su stime fornite dagli autori.

Nella Storia degli arcivescovi di Amburgo, Adamo di Brema racconta il caso del re dei danesi Sveinn dalla barba biforcuta, catturato, portato via nel paese degli slavi e riscattato dai danesi mediante un immenso riscatto d’oro (ingens pondus auri).

Ma il prigioniero può avere anche un valore più utilitaristico, come i sapientes degli Annali dell’Ulster, che hanno un valore particolare come conoscitori dei poteri locali.

Il tema di questa giornata di studio prende in considerazione anche la condizione delle persone ridotte in schiavitù. Hanno un valore di utilità accanto al loro valore di mercato. Costituiscono una forza lavoro redditizia per i loro proprietari. Sulla stessa linea, le donne catturate nelle incursioni vichinghe – che non sono necessariamente schiave – possono essere dotate di valore sessuale per i capi nordici, servendo come concubine o, come propone Ben Raffield, permettendo agli uomini d’élite di evidenziare la loro virilità all’interno di un quadro poligamo. Nella società scandinava una certa forma di potere passa attraverso la competizione sessuale.

Per quanto riguarda i giovani schiavi, Stefan Brink suggerisce che il loro compito fosse principalmente quello di custodire le mandrie. Le considerazioni statutarie espresse su queste catture umane sono altrettanto interessanti perché lo stato di servitù può disumanizzare gli individui e ridurli al rango di oggetti o bestiame.

Modalità di presentazione delle proposte
Le proposte, che includono un titolo, un abstract di 200-300 parole, alcuni elementi bibliografici e una breve presentazione biografica, devono essere inviate entro il 15 settembre 2023 ai seguenti indirizzi:

pierre.bauduin@univaen.fr

maxime.delliaux@etu.unicaen.fr

alban.gautier@unicaen.fr

jean-louis.parmentier@etu.unicaen.fr

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