I nazionalisti pensano all’economia, sostiene Marvin Suesse, e questo pensiero è importante quando i nazionalisti detengono il potere politico. Molti nazionalisti cercano di limitare gli scambi globali, ma altri danno priorità allo sviluppo economico. Il potenziale conflitto tra questi due obiettivi influenza le politiche nazionaliste. Basandosi su casi storici di trenta Paesi – dalla Rivoluzione americana all’ascesa della Cina – questo libro dipinge un ampio panorama del nazionalismo economico negli ultimi 250 anni. Spiega perché questo pensiero sia diventato influente, nonostante le contraddizioni interne e i risultati poco brillanti di molti politici nazionalisti. Alla base del fascino del nazionalismo economico c’è la sua capacità di capitalizzare le disuguaglianze economiche, sia interne che internazionali. Queste disuguaglianze sono rafforzate da fattori politici come la costruzione di un impero, i conflitti etnici e le crisi finanziarie. Ciò ha dato origine a potenti movimenti nazionalisti che hanno plasmato in modo decisivo lo scambio globale di beni, persone e capitali.
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